
BIOGRAFIA
Compiuti gli studi artistici: maturità ed accademia di belle arti, Annamaria Gagliardi svolge da anni un’attività di RICERCA nell’ambito della figurazione plastica e pittorica.
Studiando
e rielaborando “STRUTTURE E FORME NATURALI”, ella sviluppa un
linguaggio espressivo originale e poetico di grande intensità
comunicativa.
Per
la Gagliardi la natura è un’ “entità viva” da accogliere e preservare
con rispetto. L’artista vive di questa bellezza e come essa diventa
costruttrice di forme e di colori, recuperando la sua vitalità e
trasformandola con intuito fantastico.
Ricostruendo il nesso profondo tra la vita e le forme che da essa scaturiscono, nella totalità degli elementi e nelle loro relazioni
(terra – acqua, acqua – aria, acqua – luce), la Gagliardi vuole evidenziare la
riconducendo il dialogo tra l’uomo e la natura sul piano di una serena e dinamica armonia.

Annamaria Gagliardi completed her studies, the diploma at the School of Art and the Accademia di Belle Arti, and later she followed the dual path of teaching and of the artistic activity, getting interested in painting, sculpture and graphic art.
Studying and re-elaborating "NATURAL FORMS AND STRUCTURES", she develops an original and poetic language of great communicative intensity.
According to Gagliardi, nature is a "living entity" that should be respectfully embraced and preserved. The artist lives on nature's beauty and, just like it, becomes a creator of forms and colours, recovering its vitality and transforming it with imaginary insightfulness.
Rebuilding the deep bond between life and the shapes originated from it (the elements and the relationships among them: earth - water, water - air, water - light) Gagliardi wants to highlight the "VOICE OF THE BUILDING KNOWLEDGE OF EVERYTHING" , placing the dialogue between man and nature on a level of dynamic and serene harmony.

Cumplidos los estudios de Bellas Artes, Annamaria Gagliardi conduce desde hace años una actividad de busqueda en el campo de la figuración plástica y pictórica. Estudiando y reelaborando "estructuras" formas naturales, ella desarolla un lenguaje expresivo original y poético de gran intensitad comunicativa.
[...]
Reconstruyendo el nexo profundo entre la vida y las formas que manan de ella, en la totalitad de los elementos y en sus relaciones, tierra - agua, agua - aire, agua - luz, Gagliardi quiere evidenciar la "voz de la sabidurìa constructora de todas las cosas", reconduciendo el diálogo entre el hombre y la naturaleza sobre el plan de una serena y dinámica armonìa.
RECENSIONI CRITICHE
Anna Maria Gagliardi sembra ispirarsi al capitolo biblico dedicato alla Genesi.
In effetti, il mondo che la raffinata pittrice porta alla ribalta pare, appunto, essere quello del Paradiso Perduto.
Si tratta della rivelazione archetipica del proprio inconscio collettivo.
Vedasi, in questo caso, le immagini di donne belle quanto misteriose, che porgono una bellezza – come dire ? – mitologica.
Ci si trova di fronte a una sacra rappresentazione, ad intriganti manifestazioni figurali atemporali ed astoriche, testimonianza di un’elegante, sapiente e ricca tavolozza.
Paolo Levi
Coinvolgente è il suo modo di affrontare la figura femminile.
Nulla hanno di reale queste sue dee dell’acqua.
Anzi, paiono sortire dal sogno e del sogno rimanere prigioniere .
Il modo di procedere pittorico della Gagliardi affonda le proprie radici nella storia della pittura del primo novecento europeo.
Ella, in questi anni, ha saputo trasfigurare il messaggio visivo di una Leonor Fini. Andando oltre, superando tutto ciò che poteva sembrare eccessivamente surreale oppure troppo simbolico.
La Gagliardi ama adagiarsi nell’allusività onirica. Le sue fanciulle sono innocue sirene che si muovono nel silenzio di un paesaggio
atemporale.
Così pure i cigni bianco – immacolati, che paiono muoversi ed appena sfiorare il velo d’acqua della superficie di un corso trasparente, mentre tutto intorno la vegetazione protegge il loro andare.
Una delle composizioni più poetiche ed originali di questa signora della tavolozza è l’olio su tavola “Terracqua” .
Una maternità dove l’elemento acqueo ed i gabbiani hanno più di un messaggio , quello del Creato delle acque, la purezza e l’amore divino .
Così dicasi per la composizione “Aria” dove la figura femminile vola in chiave simbolica in una narrazione figurale in chiave liberty , quasi un’astrazione sensuale.
Quello che rende gradevoli queste sue fiabe dove la donna è acqua – genesi primaria , è la mistica ritualità immaginifica.
Nulla sarebbe se, dietro quest’operare, non ci fosse, comunque, l’abilità della disegnatrice e della pittrice che conosce l’arte delle velature.
La Gagliardi, tramite una pitura dalla cromia sofisticata, coglie le sensazioni misteriose dell’invisibile e le trasfigura in immagini dove il colore vibra di contro toni dolce - musicali.
Paolo Levi
Figure femminili, ora leggiadre e diafane,
ora generosamente procaci, distese fra i giochi delle acque calme od inquiete,
popolano le pitture della Gagliardi.
Se osservi con occhio attento,
non ti
sfugge la strana natura di queste abitatrici che per indefinitezza dei
contorni, per colori e toni rapiti agli elementi, per la negazione volumetrica
che le costringe sulla tavola,
rivelano una qualche comunanza con quel
naturalismo orientale che rifiuta ogni preminenza a questa o quella parte del
quadro, per fare dell’opera tutta il pieno soggetto di se stessa.
Non dunque la figura, ma essa con quelle spume e quegli schizzi giocosi, con le nubi accese, i riflessi dell’acque, in una parola la natura tutta è il soggetto dell’opera,
una natura che ha preso forme umane per manifestare più chiaramente la propria
inclinazione benigna, per così dire filantropica.
La pittura, riguadagnata la propria ragione spirituale, diviene lo strumento ed il luogo primo di tale rivelazione.
Essa puo’ manifestare la natura ed il suo monito salvifico perchè le è concesso, quasi avesse facoltà soprannaturale, di superare la realtà, cogliendone l’anima.
L’anima, scevra delle determinazioni che abbruttiscono il mondo quale tu lo vedi, puo’ ancora indicare la via per ricostituire la primigenia comunanza fra l’uomo e le cose,
quella comprensione primeva che
ridona alla totalità degli elementi, e dunque pure all’ uomo, il respiro
dell’eterno e la sensazione di una carezzevole armonia.
L’ artista, intento a
cogliere le parole della natura, nella forma speciale della suggestione,
talvolta riversa nell’opera il frutto delle sue attese.
Egli non è il creatore nè lo spettatore, unicamente gli tocca scoprire ed impiegare gli accorgimenti originali per i quali potrà mutare l’ ispirazione nelle forme sensibili della pittura.
L’opera, di cui traccerà un definito disegno, si costruisce
nel tempo della riflessione, quell’inclinazione che fa dell’artista il vaso in
cui si riversa il miele poetico, e va goduta nel tempo della contemplazione.
I toni si inseguiranno in gioco continuo, segnato dalle velature industriosamente sovrapposte, quasi a suggerire nell’azione manuale,
la genesi progressiva
dell’opera fra la pulsione, naturalissima, e la ricerca, studiata ed egualmente
necessaria nella sua resa, che costituiscono il manifestarsi dell’ispirazione.
La pittura muta dal disegno, e , fedele all’idea che li ha generati entrambi,
tende ad una migliore rappresentazione di essa.
E’ perso il contrapposto nella definizione delle masse; è abbattuto ogni riferimento temporale:
l’ opera ha
conquistato, sommo dell’indefinitezza e della definizione nel contempo,
quell’illimitata spazialità illimitata e varia, quella atemporalità piena e
continua,
che ne fanno la metafora più evidente della natura eterna ed
infinita, in quel sospiro omogeneo, nel senso primo del termine, che ne lega
ogni aspetto ed ogni istante, come nei quadri le forme ed i colori.
Questo il significato precipuo e chiaro nella metamorfosi delle acque che lambiscono l’immagine materna della terra, in volatili che si levano fra i bagliori solari, al cielo.
La visione manifesta il proprio valore religioso secondo un’evidenza che è anche geometrica:
la linea che è costituita dai momenti,
invero contemporanei, della narrazione indica nel piano spaziale quell’eternità
del cielo e quel senso del ritmo segnatamente mediterranei che hanno la loro
scaturigine in un sentimento pieno e solido della natura.
E’ questo, un
sentimento gratificante, che rivela nella forma del cielo, della circolarità,
che abbiamo descritta, un senso grandemente consolatorio.
Il circolo che
avvolge la figura, o idealmente, per grandi tratti, o fisicamente, per minute
flessuosità, offre un secondo aspetto:
essa è la natura in forma umana nel
ciclo che la costituisce e l’ uomo in forma naturale nel suo abbraccio gentile
e rassicurante.
Un sentimento che ha una mollezza generosa, da cui l’osservatore è carezzato, quasi fossero acque tiepide o brezza leggera, come pure la tavola, nella sua significativa consistenza, è pregna del colore.
Francesco Revel


